Un articolo di Angela Pizzol
I batteri sono fondamentali per gli ecosistemi di fiumi, laghi, mari.
Tuttavia negli ambienti antropici la proliferazione batterica deve essere mantenuta sotto controllo. Alcuni microrganismi possono essere rischiosi per la salute umana, altri possono causare danni a tubazioni e impianti.
Per garantire la sicurezza degli utenti, leggi e regolamenti impongono di verificare la qualità microbiologica delle acque destinate al consumo umano (L’acqua potabile di rubinetto) e delle acque ad uso ricreativo (ad esempio le piscine) Esistono quindi delle normative che indicano quali batteri devono essere cercati nell’acqua e in quale quantità è accettabile che siano presenti.
Wanted! I batteri ricercati
Alcuni esempi di batteri ricercati sono Escherichia coli, i batteri coliformi, gli Enterococchi intestinali, Pseudomonas aeruginosa, gli Stafilococchi patogeni, Clostridium perfringens e Legionella.

Ciascuno di essi ha le sue peculiarità: alcuni sono patogeni, altri sono normalmente presenti nell’essere umano o negli animali ma indicano che l’acqua è stata contaminata da feci e potrebbe causare malattie, altri ancora sono presenti nel suolo e nell’ambiente naturale e sono innocui per persone sane, ma pericolosi per gli individui più deboli.
Come si verifica la qualità microbiologica dell’acqua?
In una bottiglia sterile si raccoglie dell’acqua da un rubinetto, una doccia o una piscina e si trasporta in un laboratorio che si occupa di analisi di acque. Il laboratorio analizza il campione applicando dei metodi specifici e precisi.
I metodi sono simili a ricette: ciascun metodo è specifico per una specie o un genere di batteri. In esso è indicato quali materiali, reagenti, terreni di coltura devono essere utilizzati, quali tempi e temperature di incubazione servono per far crescere il microrganismo di interesse e, infine, che aspetto devono avere le colonie batteriche.
I metodi sono spesso normati, ossia sono scritti da enti nazionali o internazionali affinché tutti i laboratori di analisi possano utilizzare procedimenti simili e ottenere risultati confrontabili tra loro.
Come si migliora la qualità dell’acqua?
Se un campione d’acqua risulta non conforme (campanello d’allarme!), ossia le analisi dimostrano che sono presenti dei batteri patogeni o batteri in quantità troppo elevata, allora bisogna porvi rimedio.
La chimica viene in aiuto: i tecnici specializzati utilizzano dei prodotti chimici, chiamati biocidi, per trattare le acque degli impianti idrici e delle piscine in modo da ridurre la concentrazione batterica e tenere sotto controllo la qualità delle acque. Il cloro è un esempio di biocida ampiamente utilizzato nelle piscine e per le acque ad uso umano. Altri esempi sono perossido di idrogeno, ozono, cloruri e bromuri, isotiazolinoni.
Devo preoccuparmi della “mia acqua”?
L’acqua impiegata nelle nostre case generalmente proviene dall’acquedotto. Gli enti che gestiscono gli acquedotti si occupano di verificare quotidianamente la qualità dell’acqua e di trattarla con cloro e altre sostanze che ne garantiscono la qualità e la sicurezza. L’acquedotto si assume la responsabilità della qualità dell’acqua fino al punto di consegna, che generalmente è il contatore delle nostre case e dei condomini. Da quel punto, fino al rubinetto da cui beviamo o alla doccia con cui ci laviamo, l’acqua percorre un tratto di tubatura che può lasciare inalterata oppure influenzare la qualità dell’acqua che usiamo per lavarci o per bere. Per avere l’assoluta certezza che l’acqua sia sicura da un punto di vista microbiologico, bisogna prelevare dell’acqua e verificarla tramite un laboratorio analisi.
Un altro tipo di acqua con cui siamo spesso a contatto è l’acqua delle piscine Le strutture che gestiscono piscine hanno l’obbligo di verificare l’acqua per la sicurezza degli utenti. Ad esempio non dovrebbe mai capitarvi di immergervi in una piscina torbida o con delle sospensioni visibili. In questi casi non trascurate di rivolgervi al gestore: dovrebbe essere in grado di fornirvi le analisi dell’acqua fatte da un laboratorio non più vecchie di due mesi.
Bibliografia e link utili
Ministero della salute: le acque potabili.
Decreto legislativo 02 febbraio 2001 , n. 31
L’Accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003
Informazioni sull’autrice: laureata a Padova in Biologia molecolare. Ora responsabile del settore microbiologico in PCR Laboratori. Si occupa di analisi di acque e ambienti di lavoro.